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al testo di Lorena Turri
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Sono stata alla corte di un re c’erano tutti, c’era anche un Perché. * * * * * Perché è un animale molto strano sembra un gatto con un pastrano. Nelle sue tasche ha tante risposte e sul bavero domande cucite come bottoni di vari colori che se li premi girano a ruota, s’accendon di luce e prendono voce. E si chiedono di felicità, di vita, di morte e quant’altro gli va. Sono quesiti campati per aria se dalle tasche non sguscia responso, quello più giusto, dello stesso colore che ferma il bottone e dà pace al cuore. Perché è un animale molto comune: sornione e tranquillo in testa agli sciocchi, feroce e mordace in menti agitate. Il mio, di Perché, è un misero gatto con un solo bottone e un solo taschino. Se premo il bottone con la mia domanda da quel taschino esce un biglietto sporco, bagnato e mezzo stracciato. Lo prendo, lo guardo e non capisco tra quelle parole così malandate. Che la risposta sia proprio quella? * * * * * S’alza la corte e s’alza anche il re, m’inchino, saluto e me ne vado tenendo per mano il mio strano Perché. |
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